Icona Ufficio Pastorale della Famiglia “Aquila e Priscilla” 

Nell’anno pastorale 2009-10 don Fanco Mandonico è diventato direttore dell’Ufficio Famiglia della Pastorale Familiare della Diocesi di Crema, dando continuità e slancio al percorso realizzato da Monsignor Franco Manenti, oggi Vescovo della Diocesi di Senigallia. Tra le iniziative poste in essere, don Franco ha scritto un libretto sul matrimonio cristiano “ripercorso” nelle sue diverse dinamiche dal titolo “Questo mistero è grande”, che ancora oggi consegniamo ai fidanzati che vivono il percorso prematrimoniale, accompagnato da questa icona, fortemente voluta e progettata da don Franco insieme all’iconografo ed amico Giacomo Favagrossa. 

Questa icona rappresenta l’amore coniugale che rimanda all’amore di Cristo per la Chiesa, grande mistero di cui Paolo scrive nella lettera agli Efesini (5,21-33). 
Lo schema compositivo mette in evidenza la relazione di coppia, rappresentata dai coniugi Aquila e Priscilla, collaboratori di San Paolo a Corinto e a Efeso. 
I due sposi sono al centro dell’icona come figure emergenti sia per posizione che per grandezza. Le colonne poste in loro corrispondenza indicano la saldezza delle loro persone e la tenda sovrastante lo Spirito che li ricopre. 
I due sposi si prendono per mano e lo scambio dei loro sguardi attraversa lo spazio all’interno del qual troviamo la loro dimensione quotidiana del lavoro, rappresentata dal telaio e dalla giara (che richiama anche le nozze di Cana) e quella spirituale evidenziata dalla nuvola in alto, segno della presenza di Dio. 
Da essa parte un raggio che si divide in tre parti: due si rivolgono a ciascuno degli sposi, la terza illumina il gesto delle mani. Queste sono incorniciate da un rettangolo che significa il mondo, luogo dove si vive l’amore sponsale, in cui lo Spirito scende, facendone una delle sue manifestazioni più grandi. 
La donna è seduta con un portamento regale e accoglie l’omaggio dello sposo; regge la scritta della lettera agli Efesini. Aquila - che guarda con dolcezza la moglie - è affiancato da un figlio (non menzionato nelle scritture) ed esprime il suo ruolo paterno appoggiando la mano sulla spalla: un richiamo al sacramento della Cresima. Il ragazzo porta una tenda ad indicare la partecipazione al lavoro di famiglia rappresentato dai rotoli appoggiati a sinistra. 
La figura dell’apostolo Paolo è messa in secondo piano, ma in un livello superiore ed è volutamente più piccola, dato che il messaggio dell’icona evidenzia la coppia. L’apostolo è rappresentato nell’atto di scrivere una frase dell’inno alla carità, mentre contempla il mistero volgendosi alla nuvola da cui esce la destra di Dio benedicente. 
L’icona contiene anche altri simboli. Le camere degli sposi e di Paolo sono dotate di una torretta, segno d’innalzamento verso Dio. E il monte retrostante è luogo d’incontro con Dio, su di esso un roveto brucia senza consumarsi: è simbolo dell’amore matrimoniale che arde e non si consuma mai. 
Il tavolo a destra richiama l’ospitalità e la comunione, il pane e il vino l’Eucarestia: sono posti sotto Paolo ad indicarne il collegamento (la casa era la chiesa delle prime comunità). 
Simbolici sono pure i colori: il verde significa la vita, il rosa del manto di Priscilla richiama l’Angelo che rappresenta il Padre nell’icona della Trinità di Rublev: la donna è il volto materno di Dio nella chiesa e nella famiglia; l’arancio con cui è rivestito Aquila indica vitalità; il viola che riveste Paolo penitenza e mistero, ma la veste gialla richiama il divino. L’indice delle tende della camera degli sposi significa intimità.